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Casa CUS, Meloni traccia un bilancio dei primi due anni di presidenza CUS [Video]

«Devo ringraziare tutti i nostri tecnici e i nostri atleti per quello che fanno ogni giorno. Vedere qui, nel pomeriggio, centinaia di persone credo sia la soddisfazione più grande. Il CUS Cagliari è rinato e credo che ci aspettino mesi e anni migliori». Ospite dell’ottava puntata di Casa CUS, il programma settimanale in onda sui canali social del CUS Cagliari, il presidente del sodalizio universitario Marco Meloni, traccia un primo bilancio sulle cose fatte e sui prossimi progetti della società sportiva a due anni dall’inizio della sua presidenza.

«Chi frequenta il CUS Cagliari vede come è cambiata la fruibilità degli impianti, la quantità di persone che la frequentano e quanti studenti animano la Cittadella Sportiva “Sa Duchessa”. È cambiata anche la società. Abbiamo dei ragazzi e delle persone che hanno reso più professionale e più compiuta la nostra attività. Sono affiancato da Stefano Demontis e Manuela Caddeo che sono i due vice presidenti, dai preziosi componenti del consiglio direttivo e poi da Ivan Scioni, Marcello Sanfelice, Alessio Correnti e tutti i ragazzi che collaborano con noi e che stanno facendo si che tutte le cose che abbiamo pensato insieme ai soci in questi due anni si possano finalmente realizzare. Partiamo dagli studenti che sono numerosissimi nella sala studio, i tornei che stiamo organizzando, le attività che si praticano e che attraggono moltissimi studenti universitari e molti sportivi. Credo sia evidentissimo come questa realtà abbia ripreso ad essere vitale. La cosa più importante che c’eravamo ripromessi è che fosse aperta alla disponibilità della città di Cagliari e dell’area metropolitana. È un processo lungo, continueremo a migliorare queste strutture ma è quello che vogliamo fare: restituire alla città e al sud Sardegna questo splendido spazio all’interno della città ed essere presenti nella Cittadella Universitaria di Monserrato. Vogliamo essere al servizio degli studenti universitari e del mondo dell’università ma anche aperti alla contaminazione, alla partecipazione alle attività sportive e a quelle del benessere grazie al binomio sport e salute. Abbiamo riattivato in maniera molto forte il tennis. Vogliamo rilanciare il polo nautico di Su Siccu, rivitalizzare il settore canoa e far partire il settore vela così da essere presenti negli sport nautici nel loro complesso»

Quando gli si chiede qual è la cosa che lo rende più orgoglioso del CUS Cagliari, Meloni è sicuro: «La cosa che mi rende più orgoglioso è vedere che c’è una squadra di persone che lavorano con molto entusiasmo. Sono decine di ragazzi. Il momento più bello sono le settimane nei quali i volontari di Ateneika dedicano tantissimo tempo alla costruzione di un evento che ormai è un simbolo per noi e ha varcato i confini dell’università e della città di Cagliari. Sono contento per i settori delle attività agonistiche: ben guidati e con progetti a medio e lungo termine. Il fiore all’occhiello è che siamo riusciti, in maniera visibile, a dimostrare che lo sport e lo studio devono andare insieme. Noi vorremmo farlo in maniera più strutturata attraverso le borse di studio per gli studenti sportivi ma non sono azioni e progetti che si fanno in breve tempo. Sono contento di vedere decine di studenti ogni giorno che praticano sport e che vengono a studiare nella Sala Studio (aperta tutti i giorni, dal lunedì alla domenica dalle ore 07.00 alle 23.00) e che abbiamo inaugurato a gennaio scorso con tante autorità e con la festa per i nostri settant’anni. Credo che sia una bellissima cosa donare all’università e agli studenti un nostro spazio».

Dopo due anni di presidenza manca ancora qualcosa: «Pensavo che sarebbe stato un po’ più semplice e più veloce riattivare gli investimenti che consentono di rivitalizzare queste strutture. In realtà, con la testa, sapevo che i tempi sarebbero stati mediamente lunghi. Devo dire che l’università ci aiutato perché nei primi anni abbiamo fatto investimenti importanti per modernizzare buona parte delle nostre strutture. Ci sono investimenti un po’ più corposi delle nostre spalle e per questi dobbiamo essere supportati dalle istituzioni e da risorse dell’ateneo. Sapevo che sarebbe stato un processo lungo anche quello agonistico e la capacità di far crescere i ragazzi e le ragazze del vivaio per farli diventare sportivi e studenti di vertice ma siamo sulla buona strada. Bisogna avere pazienza. La differenza maggiore la vedo rispetto ad un anno fa. Due anni fa era una condizione molto difficile. Abbiamo risanato le nostre attività, anche da un punto di vista finanziario, abbiamo rilanciato molti settori e soprattutto stiamo lavorando perché questo binomio studente-sportivo si realizzi nella pratica, nella quotidianità. Fare tornei tra studenti universitari, portare gli studenti e il mondo dell’università in questi impianti, è una cosa che non era consueta, non lo era del tutto nella vita del docente, delle persone, dell’impiegato. Stiamo cercando di promuovere questa pratica. Questa deve diventare la piazza degli studenti universitari di Cagliari, delle persone che insegnano, che lavorano nell’università e da qui crescere per diventare una piazza della città di Cagliari». Sulla mancanza della vita da campo risponde con una battuta: «La pista mi manca perché è in pessime condizioni e noi vogliamo fare una nuova pista. Da atleta mi manca vincere le gare. Ho molta nostalgia di come si può correre in una pista d’atletica. Credo che la cosa più bella del mondo sia fare lo sport di cui si è appassionati, si ha un talento o una grande volontà di farcela, di crescere e ciascuno di vincere la sua competizione»

Le idee per il futuro del Centro Universitario Sportivo sono già in cantiere: «Fare meglio le cose che stiamo già facendo, fare una edizione sempre migliore di Ateneika, più tornei, più attività anche competitive tra studenti universitari, educare e promuovere il binomio sport-salute. Fare in modo che i valori sportivi che noi cerchiamo di interpretare – nello sport si deve vincere e vincere bene con lealtà – siano un patrimonio. Fare in modo che sia possibile far vivere diverse esperienze e diverse specialità come proponiamo ai bambini che possono provare diverse discipline tra le dieci che proponiamo grazie alla grande competenza dei nostri tecnici. Dobbiamo crescere come società e crescere con questi principi, avere una struttura più moderna per riuscire ad attrarre investimenti che rendano questo spazio sempre migliore. Queste sono le cose che dobbiamo fare nei prossimi anni. Oggi vediamo i primi risultati sportivi dopo aver investito sulle persone, sui tecnici di qualità, su atleti che possano provenire dal nostro vivaio, giovani, motivati e che spesso fanno l’università. Possiamo fare ancora meglio nei prossimi anni. Sono molto contento di quello che stanno facendo i nostri atleti e i nostri tecnici. Cerchiamo di incontrarci tutti insieme per dare il senso di continuità. Il CUS Cagliari è rinato e credo che ci aspettino mesi e anni migliori».

Guarda l’intervista completa sul canale YouTube del CUS Cagliari:

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